Come sempre, iniziamo con come sei entrata attivamente nel settore del recruitment! Delia, qual è la tua storia?
Ciao Fabio, grazie mille per questa bella opportunità!
A dire il vero quasi per caso: dopo un’interessante esperienza di stage post master, ho iniziato assiduamente a vagliare tutte le opportunità che il mercato offriva. Tra gli annunci a cui ho applicato, ho riscosso particolare interesse da parte di un headhunter che mi ha aperto le porte ad un mondo che fino a quel momento non conoscevo particolarmente bene.
Era il 2017 pertanto sono ormai quasi 5 anni che mi occupo
di recruiting; negli anni il mio profilo professionale è cresciuto e ad
oggi sono responsabile di team in Manpower Professional, coordino un team di 3
persone e insieme gestiamo progetti di recruitment per aziende che
cercano figure di Staff/Office & Management Support, figure HR e
professionisti del mondo Legal.
Quali consigli hai per quei recruiter che iniziano la loro carriera nel settore?
Sicuramente essere curiosi, proattivi e pronti al sacrificio. Questo è un mestiere che richiede tanta dedizione, tenacia, che ti spinge al di là dei limiti che pensavi di avere e che ti mette di fronte a una variabile imprevedibile che è rappresentata dal fattore umano. Non bisogna essere timidi, ma invece essere pronti a misurarsi con situazioni molto interessanti ed al contempo stressanti date dal fatto che la nostra figura si trova a metà strada tra l’azienda cliente ed il candidato e necessita di profonde competenze trasversali che servono a trovare il perfetto punto di incontro.
Pertanto, tra le skills necessarie rientrano
certamente capacità comunicative e relazionali a più livelli, alto
grado di empatia e professionalità, competenze organizzative e di
gestione del tempo, approccio consulenziale e ad attività di business
development, competenze linguistiche ma anche analitiche e di
pianificazione, e un’ottima dimestichezza con gli strumenti informatici e
digitali. Ritengo che non ci sia, necessariamente, un percorso di studi
ad hoc per il nostro ruolo ma che sia di fondamentale importanza il
costante aggiornamento su temi legati alle human resources in primis,
alle organizzazioni aziendali e in generale al business.
Come consigli ai recruiter di strutturare la loro giornata, per aumentare la produttività e trovare nuovi potenziali clienti?
Come
dicevo, è necessario essere altamente organizzati e avere una ottima
capacità di time management; il tempo è tutto nel nostro settore, poiché
è indispensabile anche essere costantemente aggiornati sul mercato del
lavoro, sui nuovi trend e non smettere mai di formarsi per ampliare le
proprie conoscenze. Essere dinamici e proattivi, non farsi travolgere
dagli eventi ma padroneggiarli sono sicuramente delle lezioni
fondamentali che porto con me sin dai primi giorni. Consiglio, pertanto,
di approfondire l’uso di Calendar quali Outlook o Google, tools di
project management e di gestione processi di recruiting (WorkDay, Taleo
solo per citarne alcuni), Linkedin Recruiter e gestionali CRM.
Se potessi tornare indietro nel tempo a inizio della tua carriera, quale consiglio vorresti dare a te stessa?
Essere
tenace. Non abbattersi di fronte ai primi no, ai telefoni abbassati e
ai risultati che inizialmente possono faticare ad arrivare; sembrerà una
banalità, ma è una professione nella quale la costanza della semina è
indispensabile per la raccolta dei frutti futuri.
Qual è il momento più soddisfacente della tua carriera di recruitment?
Sono
tanti, fortunatamente, i momenti che ricordo con grande soddisfazione:
lavorando in consulenza una delle più importanti cartine di tornasole di
un lavoro ben svolto è sicuramente quando un cliente torna per lavorare
solo con te o ti ingaggia anche quando cambia azienda. Questo mestiere
mi ha permesso di instaurare delle relazioni inaspettate, stimolanti e
che tutt’oggi mi arricchiscono nel quotidiano; certamente una delle più
grandi soddisfazioni è aver formato delle risorse e vederle
destreggiarsi con autonomia in un lavoro così complesso.
Qual è il consiglio principale che dai alle persone attualmente in cerca di lavoro, per aiutarle a diventare più ricercate sul mercato?
Sapersi distinguere. Trovare il giusto equilibrio tra essere se stessi e capire le nuove esigenze del mercato in termini di competenze e di declinazione delle proprie soft skills.
Quanto è importante il personal brand per un recruiter al giorno d’oggi, e come vedi la piattaforma Talentwolf e le reviews giocare un ruolo nel futuro dell'industria del recruitment?
È fondamentale curare il proprio personal brand, come per tutte le figure professionali, anche per il recruiter. La piattaforma Talentwolf a mio avviso è uno strumento super utile da tre punti di vista: lato recruiter, il sistema di reviews ti spinge sempre verso un miglioramento continuo delle tue competenze (hard e soft); lato azienda è una ottima guida che aiuta nella scelta del professionista che più si confà alle esigenze di selezione, non solo in termini di specializzazione, ma anche di attitudine ed approccio; da ultimo permette al candidato di capire chi c’è dall’altro lato con l’obiettivo di costruire relazioni di valore durature nel tempo.
Per questo motivo trovo utilissimo ed
entusiasmante essere su Talentwolf. Personalmente, infatti, mi impegno
ogni giorno a sviluppare il mio personal brand. In primis su LinkedIn,
curando sempre la mia presenza e immagine online, creando e alimentando
il mio network professionale, partecipando come speaker a Webinar,
interviste ed eventi online ma anche nel mondo “reale” all’interno della
mia azienda; ritengo infatti di fondamentale importanza partecipare
attivamente alla vita aziendale, conoscere e rispettare la cultura della
propria organizzazione e stringere rapporti sani e collaborativi con i
propri colleghi.
Ognuno ha una storia di recruiting. Qual è la cosa più inaspettata che ti è successa durante un colloquio o una riunione?
Il mio lavoro mi consente di entrare e spesso cambiare la vita delle persone, per questo motivo ogni giorno mi impegno a farlo con la massima professionalità e rispetto. Sono tante le storie a lieto fine per cui, ancora dopo tanti anni, i candidati mi ringraziano e io ne sono profondamente contenta e grata. Mi piacerebbe condividerne una in particolare: qualche anno fa fui incaricata da una società internazionale di reclutare un/a Office Manager. Intervistai una candidata che mi colpì subito non solo per le comprovate competenze tecniche ma anche per la tenacia, la grinta, la voglia di migliorarsi.
Fu
scelta dalla società e ad oggi è ancora lì, cresciuta professionalmente
e ampiamente gratificata e motivata dal suo ruolo. Solo qualche mese
dopo il suo ingresso nella società mi confessò ciò che solo in parte mi
aveva raccontato durante l’iter di selezione, ovvero che in quel periodo
stava vivendo una delicata situazione familiare legata all’affido di
suo figlio, all’epoca era inoccupata pertanto il giudice le intimò che
qualora non avesse trovato lavoro le avrebbe tolto l’affido. Dunque
grazie a quel lieto fine, ho contributo non solo a migliorare la sua
vita professionale ma anche a permetterle di continuare ad essere una
mamma straordinariamente presente per il suo bambino.
Quali obiettivi futuri hai come recruiter?
Sto scoprendo quanto sia gratificante, tramite le competenze acquisite con il tempo, formare e gestire nuove risorse grazie anche alla passione che nutro per questo lavoro. La mia forte ambizione mi porta a spingere sempre sull’acceleratore per continuare a crescere professionalmente e umanamente; mi auguro di poter essere in futuro fonte di ispirazione per aspiranti recruiter.
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